venerdì 8 gennaio 2010

The Last...

Il compito/blog si può considerare concluso e in questo momento so che non avrei la costanza di continuare a portarlo avanti solo per hobby...E' arrivato il momento di tirare le somme...
Creare il blog è stata una cosa molto interessante, mi si è spalancato davanti un nuovo mondo, anche grazie ai compiti che ci è stato chiesto di svolgere: la scoperta dei feed RSS, Delicious sono cose che da ora in poi faranno parte della mia cultura informatica e credo che mi saranno anche molto utili...
Ma d'altra parte è stata anche una cosa veramente impegnativa: un po' forse per l'argomento che ho scelto, che mi richiedeva diverso lavoro prima della scrittura di ogni post, un po' perchè mi sentivo in dovere di portarlo avanti e non scrivevo solo per divertimento.
Guardando gli altri blog mi sono anche resa conto di essere stata molto fredda e distaccata nello scrivere, ma credo che fosse l'approccio migliore all'argomento, dopo tutto non stavo scrivendo un diario, ma delle descrizioni, in cui ho lasciato poco spazio all'immaginazione...
Non ho neanche scritto post di commento agli Assignment del prof., prima di tutto perchè arrivavo sempre in ritardo sulle discussioni e poi perchè non mi piaceva mettere un post su un argomento diverso da quello del blog.... Ma vabbè, ormai quel che è fatto è fatto...siamo alla fine, almeno per ora!

Prima di concludere vorrei scrivere qualcosa sulla modalità del corso, almeno questo sì! Secondo me l'idea è azzeccata, perchè permette di imparare stimolando la curiosità; senza obblighi e restrizioni chiunque si sente libero di fare...e spesso Fa! Il Prof. non ci ha mai detto che dovevamo svolgere i suoi compiti...eppure li abbiamo svolti! Inoltre in questo modo si ha la possibilità di imparare sperimentando l'utilità di quello che facciamo, che poi è l'unico vero modo per far rimanere impresso qualcosa...

Ele

mercoledì 23 dicembre 2009

...E perchè non ti compri la fontana mia?!

Chiedo scusa perchè ultimamente ho mollato un po' il blog; avevo diversi impegni è poca voglia...Vedrò di rifarmi!

La scena che vi propongo oggi è tratta dal film Totòtruffa 62 ed ha come protagonista la Fontana di Trevi che Totò (Cavalier Ufficiale Antonio Trevi) tenta di vendere all'ingenuo Decio Cavallo.
La storia che porta alla commissione della fontana parte da molto lontano, quando Agrippa avviò la costruzione dell'Acquedotto Vergine, il cui nome deriva dalla credenza che fosse stata una giovane ad indicare la sorgente ai soldati in cerca, e che trasportava l'acqua fino al Pantheon facendola confluire in una grande vasca a tre bocche. Proprio qui, vicino alla sua residenza, nella prima metà del 1600 Papa Urbano VIII richiede a Bernini la costruzione di un gruppo monumentale ispiarato all'acqua. Il progetto sarà interrotto dopo la morte del Papa a favore della costruzione di una fontana in Piazza Navona (la Fontana dei Quattro Fiumi di Bernini) e recuperato solo con Papa Clemente XII che affida il progetto a Niccolò Salvi.
L'intera struttura è addossata al lato minore del palazzo Poli e rappresenta l'acqua e l'origine dell'acquedotto; il complesso centrale, si trova davanti ad una nicchia con colonne e rappresenta Oceano su di un cocchio a forma di conchigia, trainato da cavalli marini a loro volta guidati da Tritoni. Il tutto è circondato da una scogliera che finisce nella vasca, rappresentazione del mare.
A fianco di Oceano si trovano, inquadrate da colonne, due figure femminili che rappresentano la Salubrità e l'Abbondanza, e due rilievi che raffigurano la Vergine che indica la sorgente ai soldati e Agrippa che approva la costruzione dell'acquedotto.
La Fontana di Trevi è considerata una delle più celebri fontane del mondo ed è stata immortalata più volte nel cinema; l'esempio più celebre è il film La dolce vita di Federico Fellini in cui Sylvia (Anita Ekberg) invita Marcello (Mastroianni) a raggiungerlo nella fontana.
http://www.youtube.com/watch?v=GKN1T3K1idg

sabato 5 dicembre 2009

Batteremo NOI quel record...



Questa scena è tratta dal film The Dreamers, e descrive la prima scommessa, il rito di iniziazione per Matthew che è da poco diventato amico dei gemelli Isabelle e Théo, coi quali condivide la passione per il cinema. Il film si continua con una serie di strane scommesse e via via Matthew si accorge che il rapporto fra Isabelle e Théo è molto più che una semplice complicità tra fratello e sorella. Matthew entrerà in stretto contatto con i gemelli allontanandosi sempre di più dalla realtà per rendersi conto solo alla fine che la profondità del legame tra i due è inavvicinabile e che lui non potrà mai raggiungerla.
Il dipinto che appare nella scena del Louvre è Il giuramento degli Orazi di Jacques-Louis David; questo si rifà al mito degli Orazi e Curiazi (Tito Livio), secondo cui per risolvere la guerra fra Roma ed Alba Longa, furono scelti tre fratelli in rappresentanza delle due parti. Lo scontro si concluse con la vittoria dell'unico Orazio superstite che rappresentava Roma.
La scena descritta nel quadro però non è mai stata raccontata da Livio ed è a discrezione di David; questa rappresenta il momento del giuramento degli Orazi al padre, prima della battaglia. Il tema, riportato in grande è quello della lealtà verso la patria, rappresentata appunto dal padre al quale i tre fratelli giurano di non fallire.
L'immagine è divisa in tre parti dalle arcate sullo sfondo che determinano una scansione dei sentimenti: sulla sinistra infatti vediamo i fratelli col braccio teso nel giuramento e in posizione rigida, simbolo di forza e determinazione, al centro il padre con lo sguardo che si incontra con quello dei figli sulle impugnature delle spade, sulla destra la madre e le sorelle sono sopraffatte dal dolore. Ciò che rompe l'unità familiare non è solo la distanza spaziale fra i giovani e le donne, ma anche lo stile del disegno che contrappone una tesa anatomia muscolare nei fratelli che ricorda le pose della battaglia, ad un andamento più morbido e fluente nel gruppo di destra.
Il quadro è considerato il "manifesto" del Neoclassicismo per il suo tema e per l'organizzazione geometrica della scena; infatti oltre alla suddivisione in tre parti troviamo una serie di linee che bilanciano l'immagine:lo sguardo del padre e le braccia tese dei giovani convergono verso quello che è il punto centrale della scena cioè la mano che tiene le tre spade, mentre l'inclinazione della lancia è bilanciata da quella delle spade e dalla posizione del corpo del padre.
La luce così fredda conferisce plasticità alle figure e la sobrietà della stanza conferisce importanza al gesto dei fratelli.
La scelta di inquadrare questo dipinto nel film secondo me non è casuale, infatti l'idea del giuramento e quella della fratellanza sono temi ricorrenti e centrali: il giuramento corrisponde all'adesione di Matthew alle continue scommesse e la fratellanza descrive l'inizio del rapporto fra i tre giovani e la possibilità che il mondo dei due gemelli si apra anche a Matthew, il "terzo fratello".
Un 'ultima nota sul film Bande à part da cui Isabelle trae ispirazione per la prova: si tratta di un film francese del 1954, rappresentante della Nouvelle Vague movimento cinematografico che ha come intento quello di ridare una morale nazionale alla Francia, in crisi a causa della guerra fredda e della guerra d'Algeria.

venerdì 20 novembre 2009

Servizio Torri


Cosa sarebbe amici miei senza la famosa scena della torre di Pisa?
Quella che comunemente chiamiamo torre è in realtà il campanile del duomo, famoso per la sua caratteristica inclinazione. La sua costruzione iniziò nel 1173 ma i lavori furono interrotti a causa di un cedimento del terreno e il campanile fu concluso solo nel XIV secolo.
La forma della torre è cilindrica e presenta a partire dal basso un ordine di arcate cieche intermezzate da colonne, che sostengono una serie di sei loggette (che costituiscono i "piani" della torre). Le loggette, che riprendono lo stile della facciata del duomo, conferiscono leggerezza alla struttura e un ritmo rotatorio continuo.
La torre in realtà è solo una parte del complesso architettonico che va sotto il nome di Campo dei Miracoli e comprende duomo, battistero e camposanto. Tale complesso fu commissionato per evidenziare la potenza della Repubblica marinara e dedicato alla Vergine Assunta per ringraziarla della vittoria assicurata alla flotta pisana nella spedizione contro gli arabi a Palermo. Non a caso la costruzione fu finanziata con il bottino conquistato durante la spedizione.
Lo stile del complesso, soprattutto della chiesa, è molto particolare poiché prende spunto dal R0manico e vi fonde modelli della tradizione classica ed elementi tratti dall'architettura araba.
Negli interni troviamo infatti rigore dei particolari e capitelli provenienti direttamente dalle Terme di Caracalla a Roma (quindi puramente classici); si associano invece all'architettura orientale la forma della cupola e l'arco a sesto acuto nella navata centrale, ma anche il rivestimento delle pareti con alternanza di marmi neri e bianchi ed i mosaici che ritmano l'esterno dell'edificio e gli conferiscono un delicato effetto di chiaroscuro.

Mi sa che questo post è un po' noioso, perché ho usato un sacco di paroloni, spero comunque che sia abbastanza chiaro...

sabato 14 novembre 2009

...Ti mostra come dovrebbe essere l'amore: fluttuare in un cielo blu scuro con una capra che suona il violino.


La Mariée (the Bride): è questo il titolo del dipinto amato dai protagonisti del film Notting Hill che crea quel sottile collegamento fra due mondi completamente diversi; lui è infatti un semplice venditore di libri di viaggi mentre lei è una famosa attrice. Quello che veramente collega i due, al di là di una serie di (s)fortunate coincidenze è la passione per questo dipinto, che appare in sole due occasioni, ma è il dettaglio, la piccolezza che da il via agli eventi impulsivi che rendono il finale del film così romantico e passionale.
Il dipinto è stato scelto dallo sceneggiatore del film, appassionato di Chagall, perchè "depicts a yearning for something that's lost". Il consenso per la fabbricazione di una copia del dipinto da utilizzare del film, è stato ottenuto a caro prezzo e a patto che dopo la registrazione la copia fosse distrutta.
Le Mariée (1950) è un dipinto di Marc Chagall in cui appare una giovane, futura sposa in abito rosso con un elegante velo bianco; è lei la protagonista del quadro e le figure che la circondano amplificano maggiormente la sua bellezza. La testa della ragazza è circondata dal braccio di una persona che sembra sistemarle il velo quasi con un abbraccio, come se il fatto di renderla ancora più bella fosse un gesto d'affetto nei suoi confronti.
La giovane è rivolta verso l'osservatore e lo coinvolge nella scena come se fosse proprio lui il futuro sposo: il viso rilassato e lievemente sorridente, il bouquet fra le mani ed il corpo quasi indirizzato verso l'esterno del quadro sono tutti dettagli che confermano questa ipotesi.
A destra della sposa appare, come spesso nei dipinti di Chagall, una capra che suona il violino: questi simboli fanno riferimento all'infanzia e al paese natale del pittore, originario dell'attuale Bielorussia e cresciuto in una famiglia che gli ha trasmesso i valori della religione Ebraica. Ogni tipo di animale, e lo stesso violino, ricordano l'infanzia del pittore che riesce così a trasmettere una cronologia temporale, un trascorrere degli eventi, nel singolo dipinto.
Una parola anche riguardo ai colori usati nel quadro: c'è un contrasto fra il rosso e bianco della sposa e il blu che ricopre lo sfondo, che evidenzia la figura centrale e sminuisce il resto che è destinato a ruotarle intorno; persino la chiesa occupa una posizione marginale, quasi a dire che se non ci fosse la giovane sposa con la sua bellezza ogni oggetto che la circonda perderebbe il suo significato.


mercoledì 4 novembre 2009

Introduzione al Blog

Un saluto a tutti coloro che, più o meno per caso, sono arrivati su questa pagina; come avrete notato dal titolo, questo blog ha la pretesa di parlare di arte e cinema, o meglio: Arte nel Cinema. Infatti quello che farò via via sarà recuperare scene di film in cui appaiano opere d'arte (dipinti, statue, ma anche edifici) e descriverle indipendentemente ed in relazione alla scena stessa.

Perché il blog?
Tutto inizia con la lezione introduttiva di informatica in cui il professor Formiconi ci propone un'opzione alternativa al classico test: creare un blog. Non avrei mai pensato di dover fare un blog e non so neanche da dove cominciare, ma ho deciso di intraprendere questa avventura per imparare in modo diverso dal solito e con la speranza che sia anche qualcosa di divertente.

L'argomento
La scelta dell'argomento è stata veramente difficile; non credevo di fossilizzarmi ancora prima di aprire blogger!
Pensavo a quali dei miei interessi potessero essere comuni a quelli di altre persone e non è facile considerando che non ho una passione particolare, ma una serie di conoscenze non troppo approfondite di vario genere.
L'unica cosa che mi appassiona veramente è la pallavolo, ma sarebbe stato un tema difficile da argomentare.
Sono arrivata all'idea dell'arte perché è una materia che mi è sempre piaciuta e perché mi sono messa nei panni di chi, per un compito o per diletto, digita il titolo di un'opera alla ricerca della descrizione; anche se la mia conoscenza è di livello non altissimo (da liceo scientifico) penso di poter dire qualcosa di non troppo banale.
Il cinema è per rendere il tutto ancora più complicato...ehm...originale! Serve anche per dire: l'arte intesa come pittura, scultura, architettura non è una cosa morta o necessariamente pallosa; senza questa alcuni dettagli simpatici, poetici, intriganti, passionali dei film che amiamo non esisterebbero.